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La cucina di casa e l’accoglienza del Casotto raccontate da Milena Assante Di Cupillo e altre voci di famiglia per Cuoc@ Nostrom@ di dicembre

Per Cuoc@ Nostrom@ di dicembre ho avuto la fortuna di incontrare dal vivo e chiacchierare con una bellissima squadra formata da Milena, Giannino e Arianna (mancava all’appello Ivan, presente però nell’intervista). Loro, e altre persone di cui Milena ha tenuto a sottolineare l’importanza, sono l’anima del Casotto, chioschetto a conduzione familiare situato sul lungomare della Chiaiolella che dalla primavera all’autunno delizia i palati di isolani e non. Vi invito a leggere la bella chiacchierata di famiglia che ne è venuta fuori qui di seguito.

Cucenellista: Mi puoi parlare un po’ del Casotto, di come e quando è nato?

Milena: Allora, acquistare proprio quell’immobile era un’idea mia da anni, però non avevo mai i soldi per poterlo fare. Calcola che il Casotto si trova sul terreno di mia nonna e tanti anni fa loro furono espropriati perché lì ci dovevano costruire il telegrafo, quindi si tratta di un vecchio telegrafo. Dopo qualche anno, il Comune lo ha messo all’asta e io ho partecipato vincendola. Da lì, poi, è iniziato tutto un susseguirsi di progetti, di cose… Sembrava un progetto senza fine, perché poi non è che avevamo tanti soldi, poi io sono sempre stata dipendente, quindi non avevo la più pallida idea di come mettere in piedi una ristrutturazione. Tutto è partito proprio da zero, anzi, da sotto zero, però poi dopo ce l’ho fatta ad avviare l’attività.

C: Invece quando è nata la tua passione per la cucina? 

M: Io amo cucinare da sempre, perché praticamente mia nonna e mia mamma mi hanno sempre coinvolta nelle loro preparazioni. Da piccola stavo sempre insieme a loro a cucinare di tutto di più. Mia nonna ha sempre avuto più pazienza nel farmi vedere tutti i passaggi delle ricette, mi faceva impastare, invece mia mamma no… Infatti quando mia madre usciva io preparavo qualche dolce con gli ingredienti trovati in casa e quando lei tornava m’acchiappavo re mazzate [ride].

C: La nonna che ti faceva cucinare è quella materna o paterna?

M: Mia nonna materna.

C: Quindi potrebbe essere lei la figura della famiglia che ti hanno trasmesso la passione per la cucina?

M: Sì, la nonna Angelina e anche mia mamma: la passione per la cucina me l’hanno trasmessa loro!

C: Il cuzzetiello è un po’ il prodotto di punta del Casotto. Cosa rappresenta per te? Quali ricordi ti evoca e perché avete scelto di metterlo in prima linea sul vostro menù?

M: Era la mia merenda da bambina, diciamo, più che altro il cuzzetiello col pomodoro. Poi mi ricordo che da piccola, a fianco a zio Nicola, c’era questa vecchietta che si chiamava Melotta che il pomeriggio ci faceva sempre questo cuzzetiello di pane con olio, sale e aceto. Quindi facevamo merenda così, non con le merendine…

C: Ho capito, una merenda più casareccia. Il posto dove si trova il Casotto è strategico, vicino alla spiaggia più frequentata di Procida, quindi essere in quel posto può rappresentare anche una grande responsabilità: quali sono i feedback dei bagnanti soprattutto non isolani?

M: I commenti sono tutti positivi! Pensa che qualcuno ha detto “fai le polpette meglio di noi napoletani” e io ho risposto in modo scherzoso “ma chi l’ha detto poi che i napoletani sanno fare le polpette meglio dei procidani?” [ride] Ci sono persone che poi quando tornano a Napoli mi scrivono su Facebook che non vedono l’ora di tornare, eppure la cucina partenopea in generale è tutta quanta buona! Però loro hanno trovato comunque una genuinità al Casotto, perché io cucino sempre roba fresca, con materia prima di grande qualità. 

C: Un’altra domanda, invece, riguarda gli isolani: all’inaugurazione del Casotto c’è stata la benedizione del prete della Chiaiolella…

M: A nonna è arrivata ‘nta machina c’u prèvete, figùrete [ride] 

C [rido] Quindi si tratta di un gesto usuale nelle inaugurazioni che io in realtà avevo un po’ rimosso, perciò mi aveva colpito. Cosa ha rappresentato per voi quel gesto e secondo voi in cosa il Casotto ha apportato qualcosa in più proprio al quartiere della Chiaiolella?

M: Allora, noi siamo comunque persone credenti e una benedizione non fa mai male, oltre il gesto scaramantico di mettere il Santino che mi ha dato mia nonna nelle fondazioni…

C: C’è un Santino nelle fondazioni? Bellissima questa cosa…

M: Sì! Poi per la nonna, la prima cosa, ci doveva stare Don Vincenzo, quindi con quel gesto abbiamo accontentato un po’ lei e poi è servito anche ad avere un po’ di benedizione in più.

Poi io sono particolarmente fortunata, perché sono la nipote di Nicol’a Maésta, che era particolarmente amato dalle persone della Chiaiolella. Quindi qualsiasi cosa io faccia, lì loro mi appoggiano!  

C: Lo aveva citato Luigi Schiano quando lo avevo intervistato, diceva che era stato suo maestro di agricoltura.

Una cosa che mi ha colpito leggendo varie recensioni su Tripadvisor è il riferimento a una ciotola con l’acqua per gli animali…

M: Sì, perché mia figlia è particolarmente legata ai cani, anche a me piacciono molto gli animali, ma è soprattutto lei che tiene molto ai cani.

C: Quindi è partita più da tua figlia questa cosa?

M: Sì, sì, lei ama gli animali, quindi d’estate fa caldo e mettiamo la ciotola con l’acqua. Calcola che tutti i cani che passano abitualmente si fermano perché aspettano la polpetta perché lei poi gli dà pure da mangiare [ride].

C: In cosa secondo te questa attenzione per gli animali si può iscrivere più in generale nella filosofia del Casotto, allargandola anche ad esempio al rispetto per la natura e quindi alla scelta degli ingredienti di stagione?

M: Gli ingredienti sono tutti di stagione, per la maggior parte roba fresca perché mio padre li coltiva nell’orto e noi siamo proprio abituati a mangiare così, noi siamo persone che comunque abbiamo mangiato sempre cose del giardino. Anche mia madre, ad esempio, alleva animali, pianta pomodori, ortaggi, di tutto, quindi siamo sempre stati abituati a mangiare cose di stagione. È un po’ difficile comunque cucinare per tante persone, per il Casotto dovrei avere una scorta di pomodori, di conserve… Non posso farlo, però cerchiamo comunque sempre prodotti freschi di stagione. 

C: Ho capito. Quindi ho visto che proponete delle cose che possono esserci in un momento e non in un altro….

M: Sì, tipo il friariello, ad esempio, non lo puoi trovare sempre…

C: Quali sono i piatti più gettonati del Casotto? Io ho assaggiato la parmigiana di melanzane che è spettacolare… 

La parmigiana del casotto – Foto by Marco Musto

M: Allora, la parmigiana di melanzane e le polpette al sugo sono molto, molto gettonate, su prenotazione anche il coniglio alla cacciatora, le polpette fritte… Quasi tutti i prodotti sono molto gettonati perché ad esempio, per chi mangia insalate, posso fare quintali di insalata di riso e la finisco… Poi, un’altra cosa che quest’anno è andata molto forte è la pizza di maccheroni, che io faccio con i capellini, perché viene più soffice, più morbida e possono mangiarla anche i bambini…

C: Quindi puoi accontentare qualsiasi tipo di pubblico…

M: Sì, esatto.

Giannino: La zucca arrostita, pure…

M: È vero, anche le verdure grigliate vanno molto forte!

C: E invece come primi? Ho visto che a volte proponi pure qualche primo…

Gli gnocchi alla sorrentina del Casotto – Foto by il team del Casotto

M: Sì, un primo che va molto sono gli gnocchi alla sorrentina con pomodoro fresco, basilico e provola, oppure la pasta al forno, oppure faccio anche i timballi: c’è quello bianco fatto con tagliatelle, prosciutto cotto, provola e zucchine fritte, ricoperto con fiori di zucca e prosciutto cotto; oppure c’è quello rosso con le melanzane, il sugo e la provola, ricoperto sempre di melanzane. 

C: Con le melanzane avevo assaggiato anche gli involtini che erano buonissimi…

M: Sì, anche gli involtini di melanzane vanno forte.

C: In quali momenti della giornata è aperto il Casotto?

M: Siamo aperti a pranzo e poi la sera, a fine pomeriggio siamo aperti per l’aperitivo, così chi prende una birra al tramonto, mangia anche un cuzzetiello, oppure, su prenotazione, comunque mi ordinano delle cose anche la sera. E poi la sera tardi facciamo anche cornetti al cioccolato…

Il timballo bianco del Casotto – Foto by Marco Musto

C: E invece durante quali periodi dell’anno siete aperti?

M: Siamo aperti da marzo-aprile fino a ottobre, poi d’inverno chiudiamo perché il posto è molto piccolo dentro e cucinare lì con il vento che ti entra, il Ponente di fronte, diciamo che non è ideale… Speriamo di ingrandirci in futuro e di creare qualche altra cosa anche per l’inverno. Pensa che alcune volte, per il vento, devo chiudere tutte le porte, perché si porta via la fiamma.

C: A cosa ti fa pensare l’espressione “amma cucenà”? 

M: Per me che amo la cucina, mi fa pensare a tante cose belle… Chiediamolo a mia figlia che forse sa rispondere meglio di me, perché anche lei è appassionata del cibo e della cucina in generale.

C (rivolta ad Arianna): A cosa ti fa pensare l’espressione “amma cucenà”?

Arianna: “Amma cucenà”? Mi fa pensare al fatto che dobbiamo cucinare qualcosa, però di sostanzioso, qualcosa che faccia sia bene agli altri che a noi mentre lo cuciniamo, perché alla fine cucinare è una passione, non è per tutti: c’è chi mangia e chi cucina, oppure chi mangia e cucina come me.

C: Perfetto. Giannino, vuoi aggiungere qualcosa pure tu?

M: Giannino è quello che mangia, per esempio [ride]

G: Sì, io aggiungerei “amma mangià” [ride], perché faccio parte della categoria “amma mangià”! [ridiamo tutti]

C: Chi fa parte del team del Casotto?

M: Allora, il mio braccio destro è sicuramente mia figlia Arianna, perché lei, comunque, anche se non ci sono, sa cucinare come me, quindi posso stare tranquilla. Poi c’è l’altro mio figlio che si chiama Ivan, poi ho una collaboratrice sempre molto attenta che si chiama Raffaella. Poi c’è anche mia cugina Nicoletta che mi viene sempre ad aiutare…

Arianna e Ivan all’opera – Foto by il team del Casotto

C: Ah quindi c’è una bella squadra dietro al Casotto…

M: Sì, sì, pure mia mamma mi aiuta e pure Giannino quando sta qui mi aiuta nella spesa, nel trasporto di tutto. 

Una cosa importante che ci teniamo a sottolineare è che facciamo le consegne a casa in bici per una questione ecologica.

G: Sì, facciamo il green delivery!

C: Ottima questa cosa! Arianna, tu vuoi aggiungere qualcosa di importante riguardo al Casotto?

A: Il Casotto è un sogno realizzato, pensato da molto tempo da mia madre, che è sempre molto creativa! Lei ci mette passione in tutto quello che fa, perché comunque per realizzare un sogno del genere ti deve partire da dentro, non puoi ispirarti ad altre persone, bisogna coltivarlo con la propria passione.

M: Grazie al Casotto ho portato la mia cucina di casa al pubblico praticamente.

C: Sì, questo si nota, tutto quello che ho assaggiato – la parmigiana, gli involtini – è veramente come mangiare a casa!

 

Peperoni arrostiti e insalata di riso del Casotto – Foto by il team del Casotto

M: Sì, è come mangiamo noi a casa! 

C (rivolta a Milena): Invece un’espressione procidana a cui sei molto legata? Un’espressione qualsiasi, non necessariamente legata alla cucina? (Questa pure è una domanda che dopo allargo agli altri…)

M: Eh, ce ne sarebbero tante…

C: Proprio la prima che ti viene in mente…

M: Allora, l’espressione procidana a cui penso spesso è “n’atu vull’e è cuotto”, che è una cosa che dice sempre mia nonna per dire che una cosa non è pronta, ci vuole ancora un po’ di tempo, in italiano sarebbe “un altro bollo e poi è cotto”. 

C: Bella, non la conoscevo, poi è pure legata alla cucina! E voi [rivolta ad Arianna e Giannino] avete un’espressione procidana a cui siete particolarmente affezionati?

A: “Nisciunu prèvete buono va a dice a messa a Ponza” [ride] Però non ricordo per cosa si usa…

C: [rido]: Mio padre la diceva sempre… Praticamente si usa per dire che nessuna persona di rilevanza presterebbe i suoi servizi in contesti scadenti o che non potrebbero essere alla sua altezza.

M: Oppure, un’altra espressione che ho imparato l’anno scorso è “u mafrone, pe se sta zitto, passaie pe lùvero”*.

C: Bellissima, non la conoscevo [rido]

M: Praticamente vuol dire: se ti trovi in un ambiente che intellettualmente è un po’ superiore, se ti stai zitto va a finire che passi per una persona colta. [ride]

C: Bella pure questa! Giannino, vuoi aggiungere un’espressione pure tu?

G: No, no, in genere mi vengono nei contesti.

C: Per concludere, potete dirmi una canzone che io poi metto alla fine dell’intervista, la prima che vi viene in mente, potete sceglierla insieme, una canzone legata per voi ai momenti di cucina oppure che ascoltate spesso al Casotto?

M [rivolta ad Arianna]: Quella canzone del figlio di Bob Marley? 

A: Quella là vogliamo mettere? È Circle Of Peace di Ziggy Marley

*”Mafrone”: noto come “pagello bastardo”. “Lùvero”: noto come “pagello fragolino”

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