augghia con pomodoro amma cucenà

Augghie cu a pummarulédda

Quanno Paciaccone porta a nuvità, c’è tutta una piccola folla scalpitante intorno. Col suo furgoncino storico tutto bianco, dove su una fiancata spicca la scritta blu “Da Paciaccone: il mare in tavola” con tanto di numero di cellulare, l’uomo si piazza for’o Puzzo e non ha tanto bisogno di urlate alla “mozzarella bééé”, “pummaruléé”, “le auliiiive, u stocco e u baccalààààà!!” “chi vò nu bellu mellon, o mellon ssapurit, o mellon cu a prova!!”*  lui sta là, la gente lo sa e pure quella che non sa lo vede, si incuriosisce e accorre a sbirciare tra i secchi e le bagnarole a conca che custodiscono parte della fauna marina procidana.

Il furgone di Paciaccone – Foto by @Cucenellista

Alici, augghie, merluzzi e altri pesci di stagione: per chi va a accattà i pisce acc Paciaccone queste sono le principali proposte.  

Il venditore ambulante di pesci è davvero un personaggio caratteristico a Procida. Prima, negli anni Ottanta, Novanta e inizio Duemila, il furgone di Paciaccone era diverso, grande ma senza frigorifero e soprattutto non aveva la scritta blu. Invece oggi, con la customizzazione del furgone, Paciaccone ha creato un suo marchio personale, è lui il Ciccone** dei tempi moderni, è lui lo scompigliatore di programmi di pranzi ben stabiliti: si truove i pisce acc Paciaccone, la pasta con la salzuledda che avevi programmato pe’ mmiezzjuorno slitta a domani, oppure, se non avevi idee, eccone alcune uscite dalle bagnarole magiche: una bella frittura di alici, nu merluzzieddo scalléto, nu bellu palammeto cu a pummarola.

A sinistra le augghie e a destra le alici nelle bacinelle del furgone di Paciaccone – Foto by Mamma Letizia

Paciaccone si rifornisce dai suoi parenti pescatori: chi ce porta r’alice, chi ce porta r’augghie, chi ce porta i spigarieddi***… Le proposte di Paciaccone variano in base al pescato di famiglia.

Mia madre, qualche mattina fa, rientrando dalla spesa mattutina, si presentò sventolando trionfante una busta piena di augghie uarda comme so’ belle, r’agge pigghiate acc Paciaccone”****. Pare che, al momento dell’acquisto, mamma abbia partecipato a uno scambio di opinioni su comme s’anna cucenà r’augghie (come si devono cucinare le aguglie) con un’altra signora e un pescatore mentre Paciaccone ribadiva “uardete comme so’ fresche”, guardate come sono fresche.

Augghie nella zuppiera – Foto by @Cucenellista

La signora proponeva di farle fritte, mia mamma con pomodorini e il pescatore aggiungeva “cu a pummalurédda ce vo pure ne po’ re peperoncino”. 

L’augghia, aguglia in italiano (Belone belone) è un pesce azzurro povero che si pesca nei nostri mari soprattutto nel periodo estivo, a giugno, luglio e agosto. Si tratta di un pesce molto apprezzato: si pensi che a Favignana, in Sicilia, esiste anche una Sagra dell’augghia, celebrata in occasione dei festeggiamenti della Madonna del Rosario, Protettrice dei Pescatori.

Augghia reale, un po’ più grande, tenuta per la foto dalle due estremità da mia mamma e mia zia – Foto by @cucenellista

È curioso osservare il nome dialettale di questo pesce in varie regioni: “augella” in Lazio, “alon” o “beccassin de mar” in Liguria, “acr” in Puglia, “augghia” in Sicilia (come in procidano), “aco” o “angusal” in Veneto.

Ingredienti per 4 persone

  • Mezzo chilo di augghie fresche
  • 250 grammi di pomodori datterini
  • Uno spicchio d’aglio
  • Peperoncino piccante q.b se gradito
  • Sale q.b
  • 3 cucchiai di olio EVO
  • Un ciuffetto di prezzemolo
Augghie appena messe nella pentola col pomodoro – Foto by @Cucenellista

Procedimento

Pulire le augghie togliendo le interiora, sciacquarle per bene e tagliarle in tranci. In una padella profonda, mettere l’olio e l’aglio. Appena l’aglio si imbiondisce aggiungere i pomodorini tagliati a metà e il peperoncino. Cuocere il pomodoro per pochi minuti (a pummarola s’adda fa ne po’ moscia) e aggiungere i tranci di augghie. Aggiungere il sale e finire la cottura per 7-8 minuti con coperchio. A fine cottura aggiungere il prezzemolo, spegnere e servire. Se il sughetto e qualche purpetedda di augghia avanzano, si possono condire anche gli spaghetti.

La colonna sonora di questa ricetta è Lo Guarracino, nella versione di Roberto Murolo, dov’è presente anche l’augghia

mozzarella bééé”, “pummaruléé”, “le auliiiive, u stocco e u baccalààààà!!” “chi vò nu bellu mellon bell, o mellon cu a prova!!”*: grida di diversi venditori ambulanti ascoltati negli anni per le strade di Procida.

Ciccone**: Nicola detto Ciccone aveva un carretto trasportato a mano con cui andava a vendere il pescato del giorno. Chi vuole saperne di più su questo personaggio può consultare l’intervista sulla signora Amelia Pietrafesa dell’Eldorado, dove l’uomo è già stato citato.

spigarieddi***: spigari.

uarda comme so’ belle, r’agge pigghiate acc Paciaccone”****: Guarda come sono belle, le ho prese da Paciaccone.

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