Puntualissimo come ogni anno, già da fine novembre, a Lille arriva il mercatino di Natale. Ovviamente anche qui, come in tutte le città nazionali, i francisi vogliono fare le cose in grande e lo chiamano “Village de Noël”.
E in effetti si tratta di un vero e proprio mini villaggio: dopo aver passato i controlli di zaino e borse – il vigipirate* non ci molla – si entra in un piccolo mondo di luci e colori, bancarelle di legno con tetto a spiovente, odori di cose buone dolci e salate, specialità locali ma anche un po’ più esotiche.
I venditori propongono articoli di vario genere: dai peluches ai cappelli, sciarpe e guanti di lana, dalle decorazioni di natale ai souvenir regionali, dai pupazzetti con la corda alle macchinine. Ce n’è veramente per tutti i gusti e per tutte le tasche.
Dal punto di vista mangereccio, va detto che il francesissimo formaggio la fa da padrone. Si possono assaggiare delle ottime patate ricoperte dal formaggio fuso desiderato, servite in recipienti di legno (-> vedere la foto). Mont d’or, Maroille, Reblochon, Chèvre, Camembert, Morbier, Cheddar… si potrebbe quasi fare un calendario dell’avvento al formaggio.. Uno diverso per ogni giorno.
Non bisogna farsi scoraggiare dall’odore… noi procidani, poi, siamo abituati all’odore dei friarielli, del cavolfiore o, ancora, a quello più intenso della cola di stocc**, quindi l’odore pungente del Maroilles, ci fa un baffo!
Novità di quest’anno: dei fagottini fatti con una specie di pasta frolla salata con cuore di reblochon, caprino e spinaci, roquefort… Il produttore della bancarella che li vende viene dalla Savoia, ma le commesse sono di Lille. Per onorare le sue origini, il produttore propone anche la fonduta savoiarda, servita in una specie di coppetta di pane.
La cosa che mi ha meno colpita, devo dire… Il formaggio, mescolato col vino, è piuttosto insipido ma pesante. Il pane, invece, l’ho trovato sereticcio***. Consiglio di propendere piuttosto per i fagottini, decisamente più buoni.
Per quanto riguarda i dolci, si possono trovare, tra le varie proposte, le classiche crêpes al cioccolato/nutella, semplici o con lo zucchero di canna, ciambelle tipo graffe, i croustillons, delle palline fritte e ricoperte di zucchero a velo, oppure i gaufre (waffel) alla liegeoise, a forma di rete, belli spessi, oppure tradizionali, più piccoli e sottili, farciti con vaniglia oppure con una pasta di zucchero che qui chiamano vergeoise e rhum.
Non mancano però anche dolci un po’ più esotici: novità dell’anno in ambito dolciario, il “dolce a camino”, di origine ungherese, ma diffuso un po’ in tutti i paesi dell’est. Il nome ungherese sarebbe kurtoskalacs, invece in polacco, mia cognata mi dice che si chiamano Kołacz. A proporlo sono due tizi di Marsiglia.
Uno di loro mi ha raccontato di aver imparato a fare questo dolce in Polonia e di aver acquistato lì l’apposita macchinetta per poterlo preparare. I due mi hanno spiegato anche come si sono ritrovati nel mercatino di Lille, da Marsiglia: praticamente i bancarellai si iscrivono su liste per mercati sparsi un po’ in tutta la Francia e poi vengono chiamati in base alla disponibilità dei posti.
Ho assaggiato un dolce a camino alla cannella appena sfornato: la pasta è un po’ briosciata, croccante all’esterno e i sapore è piuttosto delicato, non molto dolce. Assolutamente da provare!
Un altro must del mercatino natalizio a Lille è il vino caldo, oppure il sidro, caldo anche quello. Si tratta di una specie di vin santo, con spezie messe a macerare, ideale per accompagnare una cocotte al formaggio.
Per parlare di vino e Natale, c’è un aneddoto legato all’incapacità per la maggior parte degli stranieri di assimilare alcuni suoni del francese. Sono consapevole, ad esempio, del fatto che non riuscirò mai a distinguere i suoni francesi “vin” (che vuol dire vino) e “vent” (che vuol dire vento). Ho di recente scoperto che la canzone di Natale “Jingle bells”, che in italiano fa “Din don dan”, i francisi l’hanno tradotta con “Vive le vent”, “Viva il vento”. A farmelo scoprire è stata un’amica francese, raccontandomi che la figlia di 4 anni aveva cantato “Vive le vent” a scuola. Ho reagito alla notizia sgranando gli occhi ed esclamando “Come??? Fanno cantare una canzone sul vino a bambini così piccoli?”… Avevo capito “Vive le vin” al posto di “viva il vento”, dando vita involontariamente a un’alternativa versione di inno al vino natalizio
Per tornare al mercatino di Lille, si ha la possibilità di visitarlo fino al 29 dicembre. Gli orari di apertura sono: dal lunedì al giovedì dalle 11h alle 20h, il venerdì e il sabato dalle 10h alle 22h, la domenica dalle 10h alle 20h. Chiusure per le festività: il 24 dicembre dalle 10h alle 18h, il 29 dicembre dalle 10h alle 20h e tutta la giornata del 25 dicembre.
Lille con l’aria di Natale diventa una città ancora più accogliente e se ci si sta da almeno un paio d’anni, si noterà subito che le decorazioni natalizie sono sempre le stesse… È come una casa gigante, e proprio come a casa e nel rispetto delle tradizioni, si tirano fuori gli addobbi di Natale dagli scatoloni, di anno in anno.
*Il vigipirate: acronimo di VIGIlance et Protection des Installations contre les Risques d’Attentat Terroriste à l’Explosif, è un dispositivo permanente di vigilanza e protezione dei servizi contro il rischio di attentati terroristi esplosivi. La sua invenzione risale al 1978 e in Francia è stato riattivato in seguito agli attentati degli ultimi anni.
**Cola di stocc: coda del pesce stocco (stoccafisso)
***Sereticcio: termine napoletano per indicare pane non più fresco.